Marco Pantani: la favola del Pirata

Marco Pantani: la favola del Pirata

La storia recente del ciclismo ci racconta di Marco Pantani, uno straordinario atleta autore di importanti imprese che lo hanno fanno diventare una leggenda del suo sport. Viene ricordato come “Il Pirata” per via del suo look in gara: una bandana in testa al posto del tradizionale cappellino e gli orecchini ad anello.

Dopo un prima partecipazione anonima al Giro d’Italia del 1993, Pantani conquista gli applausi e la simpatia del grande pubblico l’anno successivo. Nel 1994 le vittorie di tappa a Merano e all’Aprica sono frutto di eccezionali prestazioni del Pirata conquistate con grande grinta su quelle salite che sono la sua specialità. Pantani è uno scalatore di quelli che quando pedalano sembra che le ruote mangino l’asfalto e nel Giro d’Italia del 1994 dimostra quanto sia competitivo quando la strada inizia a puntare verso il cielo. Alla fine del Giro si piazza tra Berzin e Indurain concludendo in seconda posizione nella classifica generale. Nello stesso anno debutta al Tour de France dove termina terzo in classifica generale e vince la maglia bianca come miglior giovane. Dopo questi risultati Marco Pantani entra di diritto tra i grandi del ciclismo mondiale.

Nel 1995 un incidente d’auto costringe il Pirata ad abbandonare l’idea di prender parte al Giro d’Italia ma partecipa comunque al Tour de France durante il quale realizza una straordinaria impresa nella tappa sull’Alpe d’Huez dove a 13 km dal traguardo stacca gli inseguitori, recupera e supera il gruppo di testa e vince. Le sue condizioni fisiche però non sono ottimali e non va oltre la tredicesima posizione nel Tour ma conserva  la maglia bianca come miglior giovane. Il 18 ottobre 1995, quando la testa del Pirata andava già alla prossima stagione ecco che si materializza il dramma: un folle in fuoristrada guida contromano durante la Milano-Torino e centra in pieno proprio Marco Pantani. Con tibia e perone distrutti i medici mettono in dubbio il prosieguo dell’attività agonistica. Ma se non cadi non ti puoi rialzare e la voglia del Pirata di continuare è troppo forte e così dopo 5 mesi dall’incidente il ciclista italiano ritorna in sella.

Il 1997 però inizia male: in una tappa intermedia del Giro d’Italia un gatto taglia la strada a Pantani che sbanda e cade lacerandosi le fibre muscolari della coscia sinistra. Ancora una volta il Pirata deve dire addio al Giro a causa della sfortuna ma ancora una volta si rialza velocemente e partecipa nello stesso anno al Tour de France. Ancora spettacolo all’Alpe d’Huez dove il Pirata percorre il tratto in salita in 37’35’’, un record storico. Ma pur prevalendo sui diretti avversari nelle tappe delle Alpi e dei Pirenei conclude il Tour in terza posizione generale.

Il 1998 Marco Pantani si presenta al Giro d’Italia in forma strepitosa: indossa la maglia rosa a Selva Val Gardena e non se la toglie più. Finalmente trionfa al Giro conquistando anche la classifica scalatori. Conclusa questa impresa il Pirata si presenta tra i favoriti al Tour de France. Dopo dieci tappe è però Ulrich a guidare la classifica con Pantani che insegue a 5 minuti. Poi sul terribile colle del Galibier accade qualcosa di eccezionale: quando mancano 50 km al traguardo la bandana vola via e il Pirata inizia a martellare pedalate potenti quindi attacca Ulrich e lo sorpassa e all’arrivo il cronometro dice che il tedesco è lontano 9 minuti, un abisso. Pantani indossa la maglia gialla in modo definitivo perché quel distacco non verrà più colmato.

Il 1999 Pantani si presenta al Giro d’Italia con la voglia di ripetere il trionfo. Dimostra subito di essere in uno stato di forma superbo infatti è già rosa sul Gran Sasso. Poi la tappa di Oropa diventa leggenda: ancora sfortuna per il Pirata perché si rompe la catena ai piedi dei 1200 metri del monte del Santuario ma Pantani si dimostra ancora una volta un guerriero, reagisce, recupera, supera gli avversari e va a vincere in solitaria. Sembra una favola e forse lo è ma le favole purtroppo finiscono. A Madonna di Campiglio i medici rendono noto che Pantani ha un valore di ematocrito superiore al massimo consentito. Il ciclista viene sospeso per 15 giorni e deve dire addio al Giro ancora una volta. C’è da sottolineare che Pantani non risultò positivo all’antidoping ma venne sospeso per prevenire possibili problemi di salute.

Fatto sta che quello è stato un duro colpo per il campione. Dopo quell’episodio il Pirata si rialza ancora ma con meno grinta rispetto alle altre volte. Ritorna a gareggiare ma i risultati sono lontani dai suoi anni migliori. Il Pirata è psicologicamente stanco e diventa sempre più difficile trovare la determinazione di un tempo. Alla fine Pantani cade nella trappola della depressione. Il 14 febbraio 2004 viene trovato morto in un residence di Rimini e ancora oggi ci sono dubbi sulle cause del suo decesso.