Sportcuriosity Maledetti infortuni: gli choc del calcio

Maledetti infortuni: gli choc del calcio

Il calcio, come è noto, non è uno sport per signorine e il rischio di farsi male seriamente esiste. Tanti sono stati i casi di infortuni gravi nella storia del calcio causati o dal difensore criminale di turno o da scontri fortuiti o ancora da un piede poggiato male. Gli infortuni, purtroppo, nella loro drammaticità e nella loro spettacolarità fanno parte del gioco del calcio. La sfortuna è ovviamente una componente determinante in questo senso. Ma nella sfortuna bisogna anche essere fortunati perché seppure ci sono stati tanti casi di calciatori che sono riusciti a riprendersi ci sono molti altri che hanno dovuto chiudere la carriera nel peggiore dei modi.

Nel 2008 il difensore Martin Taylor è diventato tristemente celebre per essere stato l’autore di un terribile infortunio ai danni dell’attaccante dell’Arsenal Eduardo dopo solo due minuti dal fischio di inizio: per Taylor c’è stato il cartellino rosso e tre giornate di squalifica, per Eduardo una frattura esposta della tibia e del perone nonché la distorsione della caviglia e quindi 9 mesi e mezzo di stop. Altro intervento da criminale entrato nella storia è quello di Stephen Hunt su Peter Cech: nel 2006, dopo soli 16 secondi dal fischio di inizio, Hunt non toglie il piede sull’uscita del portiere del Chelsea e gli frattura il cranio. Dopo aver recuperato dall’infortunio Cech porta un caschetto protettivo per evitare altri danni alla testa che ne comprometterebbero la carriera sportiva. Ma il premio per l’entrata più criminale in assoluto va a Axel Witsel che nel 2009 interviene direttamente sulla caviglia del polacco Marcin Wasilewski causandogli una doppia frattura di tibia e perone: Witsel è stato immediatamente espulso, ha ricevuto una squalifica di 8 giornate dalla federcalcio belga e dopo aver ricevuto minacce di morte gli è stata assegnata una scorta dalla polizia. Inoltre il calciatore belga è stato inserito dal quotidiano “Het laatste Nieuws” tra le persone più spregevoli dell’anno al pari dell’assassino di Dendermonde.

Ma i danni maggiori arrivano quando meno te lo aspetti cioè negli scontri fortuiti. In un Manchester United – Coventry del 1996 il difensore del Coventry David Busst sullo sviluppo di un calcio d’angolo va a scontrarsi con i reds Irwin e McClair. Il risultato è terribile: frattura scomposta di tibia e perone con rischio di amputazione della gamba. Il portiere Schmeichel e tutti quelli che hanno assistito all’incidente hanno avuto bisogno dello psicologo per superare il trauma talmente che la dinamica dell’infortunio è stata scioccante. Sono poi servite ben 26 operazioni per far ritornare a correre Busst il quale però, su consiglio dei medici, decise di abbandonare la carriera calcistica.

Poi ci sono ci sono quei casi in cui si cade per terra senza che ti tocca nessuno perché il danno te lo sei provocato, senza volerlo, da solo. Come è successo a Ronaldo “O Fenomeno” quando vestiva i colori neroazzurri dell’Inter. Il 1999 durante una partita contro il Lecce il calciatore brasiliano poggia male un piede nell’anticipare un avversario e si lesiona il tendine rotuleo del ginocchio destro. Dopo sei mesi e un intervento chirurgico Ronaldo riprende a giocare ma il 2000 durante la finale d’andata di Coppa Italia il ginocchio destro non riesce a resistere alle sollecitazioni imposte dal calciatore e il tendine rotuleo si rompe completamente. Stavolta per ritornare a giocare ci è voluto un altro intervento chirurgico e più di anno tra convalescenza e riabilitazione.