Giacomo Agostini: la leggenda del motociclismo italiano

Giacomo Agostini: la leggenda del motociclismo italiano

Giacomo Agostini, per tutti “Ago”, con 15 titoli mondiali all’attivo è considerato da molti il migliore motociclista sportivo della storia. Giacomo nasce il 16 giugno 1942 in un ospedale di Brescia. Ai tempi era un evento eccezionale nascere in ospedale e per questo in diverse biografie il campione delle due ruote viene indicato erroneamente come nativo di Lovere, comune nel quale ha trascorso la sua giovinezza. L’interesse per le motociclette iniziò da subito ma il padre era piuttosto contrario a far intraprendere al figlio la carriera di pilota perciò Giacomo si dedicò da ragazzo a sole gare clandestine con l’”Aquilotto” di famiglia.

Una volta compiuti i 18 anni, allora età minima per essere iscritti nella Federazione Internazionale di Motociclismo (FIM) previo consenso del genitore, le pressioni di Giacomo sul padre si fecero più forti. Papà Aurelio chiese allora consiglio al notaio di famiglia noto per la sua saggezza e per essere un po’ sordo. Il notaio capendo “bicicletta” al posto di “motocicletta” disse al padre: “Dai Aurelio firma. Un po’ di movimento non può che far bene per tuo figlio. Lo sport tiene lontani i giovani dai pericoli” e fu così che papà Aurelio firmò l’iscrizione di Giacomo alla FIM.

All’inizio il pilota bergamasco prese parte alle competizioni come privato utilizzando una “Moto Morini 175 Settebello” comprata a rate che pagò con i premi delle vittorie. Nella Bologna-San Luca, vinta stabilendo il record del tracciato, fu notato da Alfonso Morini che propose a Giacomo un ingaggio e un posto da pilota nella sua Scuderia Corse. A questo punto inizia la carriera di Giacomo Agostini da professionista. Nel 1963 indeciso se partecipare al “Campionato Italiano della Montagna”, sua specialità, oppure al “Campionato Juniores Velocità” Agostini prese parte ad entrambe le competizioni vincendo tutte le gare. Però le ristrettezze del budget della Moto Morini non potevano garantire la partecipazione al campionato mondiale al pilota bergamasco sul quale avevano già iniziato a mettere gli occhi addosso grandi scuderie e perciò fu inevitabile il passaggio di Agostini alla MV Agusta.

Il regolamento del campionato del mondo permetteva ad un pilota di fare due gare nello stesso giorno ed ecco perché Agostini decise di gareggiare sia nella classe 350 che nella 500. Il 1965, anno della prima stagione con la MV Agusta, ottenne un doppio secondo posto in entrambe le classi ma nella 350 perse l’ultima gara decisiva per il titolo per un banale e prevedibile errore meccanico: fu quello l’episodio che fece nascere la leggendaria pignoleria di Giacomo Agostini che lo portava a controllare e ricontrollare ogni minimo dettaglio della sua moto. Dalla stagione successiva ha poi collezionato sulla sella della MV Agusta ben 13 titoli mondiali, 6 nella classe 350 e 7 nella classe 500. Con il cambiamento della dirigenza della MV Agusta iniziarono a nascere degli attriti tra la scuderia e Agostini che fecero accettare di buon grado al pilota bergamasco il trasferimento alla Yamaha. Con la scuderia giapponese aggiungerà al suo palmares altri due titoli mondiali, uno nella classe 350 e uno nella 500.

Il 1977 con un messaggio natalizio Agostini annunciò di ritirarsi dalle competizioni motociclistiche per dedicarsi a quelle automobilistiche. Dopo qualche podio sulle quattro ruote il pilota bergamasco si ritirò definitivamente dalle competizioni il 1980.

Nessuno come Giacomo Agostini ha conquistato l’eccezionale numero di 15 titoli mondiali ed è l’unico pilota nella storia che ha più titoli che partecipazioni ai campionati del mondo (13).

L’ultima onorificenza della sua straordinaria carriera il pilota bergamasco l’ha ricevuta quest’anno a Jerez de la Frontera, la capitale spagnola delle moto: una stella sul Paseo della Fama, la Walk of Fame della città spagnola.

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